In Stock

Grasso al PTFE Teflon G007

Prezzo cadauno, extra sconti per cartoni da 12 pezzi

Richiesta preventivo

Descrizione

GRASSO AL PTFE – Costituito da speciali fluidi alto bollenti. Non lascia residui ed agisce ottimamente a temperature oltre i +250°C. Offre un basso coefficiente di attrito, elevata inerzia chimica, ottima resistenza a carichi elevati. Viene utilizzato su cuscinetti, bronzine, rulli trasportatori nell’industria siderurgica, del vetro, ceramica, laterizi.

Il politetrafluoroetilene (PTFE) è il polimero del tetrafluoroetene appartenente al gruppo delle olefiniche.

Normalmente è più conosciuto attraverso le sue denominazioni commerciali TeflonFluonAlgoflonHostaflon, in cui al polimero vengono aggiunti altri componenti stabilizzanti e fluidificanti per migliorarne le possibilità applicative.

È una materia plastica liscia al tatto e resistente alle alte temperature (fino a 300 °C), usata nell’industria per ricoprire superfici sottoposte ad alte temperature alle quali si richiede una “antiaderenza” e una buona inerzia chimica. Le padelle da cucina definite “antiaderenti”, sono tali perché ricoperte all’interno di uno strato di PTFE (Teflon).

È inoltre il materiale con il coefficiente di attrito più basso conosciuto, con attrito statico TFE-Acciaio pari a 0,04, mentre l’attrito dinamico è pari a 0,07 / 0,14

Il PTFE presenta una serie interessante di caratteristiche peculiari che lo avevano portato ad essere considerato materiale strategico fino agli anni settanta. Le caratteristiche principali sono:

  • la completa inerzia chimica per cui non viene aggredito dalla quasi totalità dei composti chimici – fanno eccezione i metalli alcalini allo stato fuso, il fluoro ad alta pressione e alcuni composti fluorurati in particolari condizioni di temperatura – e soprattutto non modifica i fluidi con i quali viene posto in contatto, ad esempio i fluidi ultrapuri per l’industria elettronica;
  • la completa insolubilità in acqua e in qualsiasi solvente organico;
  • ottime qualità dielettriche (65 kV/mm di rigidità dielettrica e εr=2.1);
  • ottime qualità di resistenza al fuoco: non propaga la fiamma;
  • ottime proprietà di scorrevolezza superficiale: il coefficiente di attrito risulta il più basso tra i prodotti industriali;
  • antiaderenza: la superficie non è incollabile (l’angolo di contatto risulta essere 127°), non è noto alcun adesivo capace di incollare il PTFE.

Queste caratteristiche assumono ulteriore importanza se si considera che si mantengono praticamente inalterate in un campo di temperature comprese tra i -80 °C e i 250 °C

SPECIFICHE DI FORNITURA:
Bombola in banda stagnata da 15 bar
Aspetto Bombola contenente liquido sotto pressione Colore marrone chiaro/arancio
Odore Caratteristico di solvente
Densità relativa a 20°C 0,75 ÷ 0,80 g/ml
Punto di infiammabilità inf. 0° C
Pressione a 20°C 4/6 bar

Recensioni

Ancora non ci sono recensioni.

Solamente clienti che hanno effettuato l'accesso ed hanno acquistato questo prodotto possono lasciare una recensione.

Quick Comparison

Settings Grasso al PTFE Teflon G007 remove Giacca imbottita Cofra CYCLONE remove PIUMINO STIRLING COFRA remove Disco Troncatore PEGATEC 125 x 1,6 remove Disco troncatore sottile 115 x 1,0 remove Crema lavamani BLANCA remove
Name Grasso al PTFE Teflon G007 remove Giacca imbottita Cofra CYCLONE remove PIUMINO STIRLING COFRA remove Disco Troncatore PEGATEC 125 x 1,6 remove Disco troncatore sottile 115 x 1,0 remove Crema lavamani BLANCA remove
Image GRASSO-AL-PTFE-400ML Salfershop.com giacche imbottite Stirling Piumino Cofra Disco pegatec 125 Disco Pegatec 115
SKU G007 804112516
Rating
Price
Stock
Availability
Add to cart

Richiesta preventivo

Scegli

Scegli

Richiesta preventivo

Richiesta preventivo

Scegli

Description Prezzo cadauno, extra sconti per cartoni da 12 pezzi  
Content
GRASSO AL PTFE – Costituito da speciali fluidi alto bollenti. Non lascia residui ed agisce ottimamente a temperature oltre i +250°C. Offre un basso coefficiente di attrito, elevata inerzia chimica, ottima resistenza a carichi elevati. Viene utilizzato su cuscinetti, bronzine, rulli trasportatori nell’industria siderurgica, del vetro, ceramica, laterizi. Il politetrafluoroetilene (PTFE) è il polimero del tetrafluoroetene appartenente al gruppo delle olefiniche. Normalmente è più conosciuto attraverso le sue denominazioni commerciali TeflonFluonAlgoflonHostaflon, in cui al polimero vengono aggiunti altri componenti stabilizzanti e fluidificanti per migliorarne le possibilità applicative. È una materia plastica liscia al tatto e resistente alle alte temperature (fino a 300 °C), usata nell'industria per ricoprire superfici sottoposte ad alte temperature alle quali si richiede una "antiaderenza" e una buona inerzia chimica. Le padelle da cucina definite "antiaderenti", sono tali perché ricoperte all'interno di uno strato di PTFE (Teflon). È inoltre il materiale con il coefficiente di attrito più basso conosciuto, con attrito statico TFE-Acciaio pari a 0,04, mentre l'attrito dinamico è pari a 0,07 / 0,14 Il PTFE presenta una serie interessante di caratteristiche peculiari che lo avevano portato ad essere considerato materiale strategico fino agli anni settanta. Le caratteristiche principali sono:
  • la completa inerzia chimica per cui non viene aggredito dalla quasi totalità dei composti chimici – fanno eccezione i metalli alcalini allo stato fuso, il fluoro ad alta pressione e alcuni composti fluorurati in particolari condizioni di temperatura – e soprattutto non modifica i fluidi con i quali viene posto in contatto, ad esempio i fluidi ultrapuri per l'industria elettronica;
  • la completa insolubilità in acqua e in qualsiasi solvente organico;
  • ottime qualità dielettriche (65 kV/mm di rigidità dielettrica e εr=2.1);
  • ottime qualità di resistenza al fuoco: non propaga la fiamma;
  • ottime proprietà di scorrevolezza superficiale: il coefficiente di attrito risulta il più basso tra i prodotti industriali;
  • antiaderenza: la superficie non è incollabile (l'angolo di contatto risulta essere 127°), non è noto alcun adesivo capace di incollare il PTFE.
Queste caratteristiche assumono ulteriore importanza se si considera che si mantengono praticamente inalterate in un campo di temperature comprese tra i -80 °C e i 250 °C SPECIFICHE DI FORNITURA: Bombola in banda stagnata da 15 bar Aspetto Bombola contenente liquido sotto pressione Colore marrone chiaro/arancio Odore Caratteristico di solvente Densità relativa a 20°C 0,75 ÷ 0,80 g/ml Punto di infiammabilità inf. 0° C Pressione a 20°C 4/6 bar
Inserti rifrangenti 3M, due ampie tasche anteriori, 4 tastino al petto, 2 tasche interne, cappuccio a scomparsa regolabile, toppa di rinforzo sui gomiti, fodera interna in pile, polsini regolabili, zip interna. Perfetto isolamento termico come da requisiti della norma EN342:2004, traspirante e impermeabile oltre la classe 3 della norma EN343 - Questa giacca permette di lavorare da fermi per 8 ore fino a -12°C - oppure se in movimento fino a -36°C e per 1 ora fino a -53°C Disponibile in 6 colori: nero/corda, nero, grigio/nero, fango/nero, antracite/nero, blu navy/nero nelle taglie da 44 a 64 2 tasche sul petto, 2 ampie tasche anteriori,zip di chiusura. 
100% Nylon con fodera in nylon e imbottitura in poliestere. Disponibili i colori Blu Navy e Antracite, Fango e Arancione
Taglie prodotte da S a XXXL
Schermata 2015-01-06 alle 12.23.35           Gli abrasivi sono sostanze naturali o artificiali di grande durezza usati nelle lavorazioni meccaniche, Essi hanno innumerevoli usi per innumerevoli materiali, a seconda della quale cambia il supporto, alcune applicazioni sono: l'affilatura, il taglio, saponi abrasivi, paste abrasive. Gli abrasivi naturali più noti sono il quarzo, il corindone, la silice, la pomice, l'arenaria, il diamante, lo smeriglio, la farina fossile, il granato. Tra quelli artificiali ci sono gli ossidi di alluminiodi cromodi ferro, l'azoturo di boro, il carburo di silicio, il vetro, il carburo di boro. L'utilizzo degli abrasivi può essere fatto sotto forma di polvere; applicati a fogli di carta o tela; oppure sinterizzati per formare mole o pietre abrasive. La caratteristica più importante degli abrasivi è la durezza e vi sono vari metodi per misurarla. Il più antico è rappresentato dalla scala di Mohs, di facile applicazione e specifica per i minerali: consiste nella successione di 10 specie minerali ove quello che segue è in grado di scalfire il minerale che lo precede. Questa scala è approssimativa e non lineare per cui sono state introdotte altre scale di durezza, fra le quali la Scala di Knoop, che esprime la misura della durezza in kg/mm2 ed è particolarmente adatta per i materiali fragili e molto duri. La misura della durezza viene eseguita tramite i durometri, strumento che preme con una determinata pressione una punta di diamante (al fine di non essere deformabile) nel materiale di cui si ricerca la durezza. Il rapporto numerico fra il carico applicato (peso in kg) e la sezione massima dell'incisione (lunghezza in mm) produce il valore della durezza (kg/mm²). Altro fattore di importante considerazione è la natura chimica, in quanto caratterizza il comportamento dell'abrasivo in funzione del materiale di contatto. In quanto ci troviamo in condizioni di lavoro ad elevata temperatura ed energia cinetica e quindi vengono favorite tutte le reazioni chimiche endotermiche. Un esempio è la reazione che avviene al contatto del carburo di silicio con il ferro:   A SiC + 4Fe → FeSi + Fe3C - Inoltre sia il ferro che il carburo di silicio sono ossidabili con la normale atmosfera. Quindi oltre la durezza bisogna tener presente anche la natura chimica dell'abrasivo, per cui, riferendoci al caso precedentemente citato; il carburo di silicio non è utilizzato per materiali ferrosi ma è ottimo per il vetro. Al contrario l'allumina non è adatta alla smerigliatura del vetro ma è eccellente per il ferro. Riferendosi sempre all'allumina, l'ossigeno contenuto nell'atmosfera aiuta nelle operazioni di smerigliatura; in quanto la formazione dell'ossido di ferro impedisce che i trucioli distaccatesi si saldino al metallo o all'abrasivo stesso; al contrario i gas inerti quali argo, azoto e anidride carbonica ostacolano l'abrasione. In generale i composti solforati e clorurati hanno un'azione antiossidante nei confronti dei metalli e quindi utilizzati nei processi abrasivi per questi ultimi. Un ultimo fattore influenzante, ma non meno importante, è la grana di un abrasivo, cioè il diametro medio delle sue particelle o grani. La granatura di un abrasivo è classificata tramite una scala internazionale in cui ogni valore della scala corrisponde a un determinato valore medio dei granuli e al numero di maglie per pollice lineare del setaccio impiegato per la vagliatura dei grani. Per grane estremamente fini (< 50 µm) è utilizzato il metodo della sedimentazione in acqua. In questa scala internazionale il valore della grana è inversamente proporzionale al diametro medio dei grani, cioè un valore alto della grana corrisponde un diametro dei grani più fini. La grana influisce sulla finezza della lavorazione e sulla rugosità della superficie, in quanto questi parametri sono regolati dalla velocità d'esercizio (nel caso di una mola velocità di rotazione) e dalla grana; una grana maggiore (grani di minor diametro) corrisponde a una minore rugosità e maggiore finezza, così come una velocità elevata d'esercizio. La scabrezza di una superficie o grado di finitura è determinata con il profilometro o rugosimetro il quale misura lo scostamento dei punti della superficie reale rispetto una superficie liscia ideale, espresso come scarto quadratico medio in μm (RMS root mean square). Quindi ad una maggiore finezza corrisponde un minor valore del profilometro Disco Troncatore PEGATEC 125 x 1,6 Gli abrasivi sono sostanze naturali o artificiali di grande durezza usati nelle lavorazioni meccaniche, Essi hanno innumerevoli usi per innumerevoli materiali, a seconda della quale cambia il supporto, alcune applicazioni sono: l'affilatura, il taglio, saponi abrasivi, paste abrasive. Gli abrasivi naturali più noti sono il quarzo, il corindone, la silice, la pomice, l'arenaria, il diamante, lo smeriglio, la farina fossile, il granato. Tra quelli artificiali ci sono gli ossidi di alluminiodi cromodi ferro, l'azoturo di boro, il carburo di silicio, il vetro, il carburo di boro. L'utilizzo degli abrasivi può essere fatto sotto forma di polvere; applicati a fogli di carta o tela; oppure sinterizzati per formare mole o pietre abrasive. La caratteristica più importante degli abrasivi è la durezza e vi sono vari metodi per misurarla. Il più antico è rappresentato dalla scala di Mohs, di facile applicazione e specifica per i minerali: consiste nella successione di 10 specie minerali ove quello che segue è in grado di scalfire il minerale che lo precede. Questa scala è approssimativa e non lineare per cui sono state introdotte altre scale di durezza, fra le quali la Scala di Knoop, che esprime la misura della durezza in kg/mm2 ed è particolarmente adatta per i materiali fragili e molto duri. La misura della durezza viene eseguita tramite i durometri, strumento che preme con una determinata pressione una punta di diamante (al fine di non essere deformabile) nel materiale di cui si ricerca la durezza. Il rapporto numerico fra il carico applicato (peso in kg) e la sezione massima dell'incisione (lunghezza in mm) produce il valore della durezza (kg/mm²). Altro fattore di importante considerazione è la natura chimica, in quanto caratterizza il comportamento dell'abrasivo in funzione del materiale di contatto. In quanto ci troviamo in condizioni di lavoro ad elevata temperatura ed energia cinetica e quindi vengono favorite tutte le reazioni chimiche endotermiche. Un esempio è la reazione che avviene al contatto del carburo di silicio con il ferro:   A SiC + 4Fe → FeSi + Fe3C - Inoltre sia il ferro che il carburo di silicio sono ossidabili con la normale atmosfera. Quindi oltre la durezza bisogna tener presente anche la natura chimica dell'abrasivo, per cui, riferendoci al caso precedentemente citato; il carburo di silicio non è utilizzato per materiali ferrosi ma è ottimo per il vetro. Al contrario l'allumina non è adatta alla smerigliatura del vetro ma è eccellente per il ferro. Riferendosi sempre all'allumina, l'ossigeno contenuto nell'atmosfera aiuta nelle operazioni di smerigliatura; in quanto la formazione dell'ossido di ferro impedisce che i trucioli distaccatesi si saldino al metallo o all'abrasivo stesso; al contrario i gas inerti quali argo, azoto e anidride carbonica ostacolano l'abrasione. In generale i composti solforati e clorurati hanno un'azione antiossidante nei confronti dei metalli e quindi utilizzati nei processi abrasivi per questi ultimi. Un ultimo fattore influenzante, ma non meno importante, è la grana di un abrasivo, cioè il diametro medio delle sue particelle o grani. La granatura di un abrasivo è classificata tramite una scala internazionale in cui ogni valore della scala corrisponde a un determinato valore medio dei granuli e al numero di maglie per pollice lineare del setaccio impiegato per la vagliatura dei grani. Per grane estremamente fini (< 50 µm) è utilizzato il metodo della sedimentazione in acqua. In questa scala internazionale il valore della grana è inversamente proporzionale al diametro medio dei grani, cioè un valore alto della grana corrisponde un diametro dei grani più fini. La grana influisce sulla finezza della lavorazione e sulla rugosità della superficie, in quanto questi parametri sono regolati dalla velocità d'esercizio (nel caso di una mola velocità di rotazione) e dalla grana; una grana maggiore (grani di minor diametro) corrisponde a una minore rugosità e maggiore finezza, così come una velocità elevata d'esercizio. La scabrezza di una superficie o grado di finitura è determinata con il profilometro o rugosimetro il quale misura lo scostamento dei punti della superficie reale rispetto una superficie liscia ideale, espresso come scarto quadratico medio in μm (RMS root mean square). Quindi ad una maggiore finezza corrisponde un minor valore del profilometro Disco troncatore sottile 115 x 1,0 ad alta velocità, serie economica, consigliato su Acciai al Carbonio (ferro) Indicato su tubazioni di spessore sottile, su barre, su lamiere Questo disco, per motivi di sicurezza,  deve essere utilizzato solo in operazioni di Taglio e non di Molatura o Sbavo Confezioni singole da 50 Pezzi in scatole da 800 Pezzi Linea Blanca Extra Fluida rappresenta l'evoluzione della Linea Blanca in pasta. Contiene molti degli ingredienti già presenti nel corrispondente prodotto in pasta, oltre a nuove materie prime di altissima qualità che danno al prodotto maggior forza pulente. L’aspetto cremoso di questo straordinario lavamani consente l’erogazione per mezzo di un dosatore, impedendo così la contaminazione del prodotto da parte di germi e batteri causata dall’uso promiscuo del prodotto. Si tratta di un lavamani universalmente utilizzabile in ambito professionale ed efficace in presenza sia di sporco grasso (olio, idrocarburi, petrolio…) che di sporco secco (vernice, silicone, colla, smalto…). Indicato per uso frequente poiché privo di solventi o agenti irritanti. MODO D’USO: Erogare sulle mani asciutte la quantità desiderata di crema, frizionare fino a completa emulsione dello sporco, quindi risciacquare con acqua corrente. Nettuno consiglia di utilizzare la crema protettiva PROTEXEM RINNOVA dopo essersi lavati le mani. ASPETTO: Crema color bianco ghiaccio, profumazione lavanda. Linea Blanca Extra Fluida è disponibile nella LINEA 3T. ASPETTO: Crema densa di colore nocciola, profumo fiorito fruttato. MacroCream è disponibile anche nella versione Ecolabel.

Consigliato per

SPORCO GRASSO - Grasso, Olio, Lubrificanti, Idrocarburi, Bitume

Performance:

Weight N/A N/A N/A N/A N/A N/A
Dimensions N/A N/A N/A N/A N/A N/A
Additional information
Taglia Abiti Pantaloni

, , , , , , , , , ,

Colori

, , , , ,

Peso N/A
Taglie Pantaloni Giacche Giubbini

, , , , ,

Colors Piumini

, , ,