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Seghe a nastro metalliche mm 13
Abbina un’eccellente resistenza termica ad un’elevata velocità di taglio. La particolare struttura della lama permette di resistere agevolmente alle sollecitazioni di flessione, tensione e pressione.
IMPIEGO:
Taglio di acciai da bonifica, acciai per cuscinetti, acciai rapidi, acciai per molle, acciai per utensili legati, ghisa, acciai per valvole e leghe di alluminio.
Dente Neutrale (N)
Il dente Neutrale ha una spoglia di 0°. È adatto per materiali ad elevata percentuale di carbonio (es. ghisa), per pezzi pieni di piccola sezione, per profilati di ridotto spessore e tubi.
MATERIALE SOLIDO |
Dentatura costante |
Dentatura a passo variabile |
Dentatura metallo duro |
Sezione |
Passo |
Sezione |
Passo |
Sezione |
Dentatura |
< 10 mm |
14 tpi |
< 25 mm |
10/14 tpi |
50-120 mm |
3/4 tpi |
10-30 mm |
10 tpi |
15-40 mm |
8/12 tpi |
100-250 mm |
2/3 tpi |
30-50 mm |
8 tpi |
25-50 mm |
6/10 tpi |
150-400 mm |
1,5/2 tpi |
50-80 mm |
6 tpi |
35-70 mm |
5/8 tpi |
350-600 mm |
1,1/1,6 tpi |
80-120 mm |
4 tpi |
40-90 mm |
5/6 tpi |
> 500 mm |
0,85/1,15 tpi |
120-200 mm |
3 tpi |
50-120 mm |
4/6 tpi |
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200-400 mm |
2 tpi |
80-180 mm |
3/4 tpi |
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300-700 mm |
1,25 tpi |
130-350 mm |
2/3 tpi |
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>600 mm |
0,75 tpi |
150-450 mm |
1,1/1,6 tpi |
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200-600 mm |
0,75/1,25 tpi |
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500 mm |
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TUBI |
Spessore |
Sezione del dente (tpi) |
Diametro esterno D (mm) |
20 |
40 |
60 |
80 |
100 |
120 |
150 |
200 |
300 |
500 |
2 |
14 |
10/14 |
10/14 |
10/14 |
10/14 |
8/12 |
8/12 |
8/12 |
8/12 |
5/8 |
3 |
14 |
10/14 |
10/14 |
8/12 |
8/12 |
8/12 |
8/12 |
6/10 |
6/10 |
5/8 |
4 |
10/14 |
10/14 |
8/12 |
8/12 |
8/12 |
6/10 |
6/10 |
5/8 |
5/8 |
4/6 |
5 |
10/14 |
10/14 |
8/12 |
8/12 |
6/10 |
6/10 |
5/8 |
4/6 |
4/6 |
4/6 |
6 |
10/14 |
8/12 |
8/12 |
6/10 |
6/10 |
5/8 |
5/8 |
4/6 |
4/6 |
4/6 |
8 |
10/14 |
8/12 |
8/12 |
6/10 |
5/8 |
5/8 |
4/6 |
4/6 |
4/6 |
4/6 |
10 |
- |
8/12 |
6/10 |
5/8 |
4/6 |
4/6 |
4/6 |
4/6 |
4/6 |
4/5 |
12 |
- |
8/12 |
6/10 |
4/6 |
4/6 |
4/6 |
4/6 |
4/6 |
4/6 |
4/5 |
15 |
- |
8/12 |
6/10 |
4/6 |
4/6 |
4/6 |
4/6 |
4/5 |
4/5 |
4/5 |
20 |
- |
- |
4/6 |
4/6 |
4/6 |
4/6 |
4/5 |
4/5 |
4/5 |
3/4 |
30 |
- |
- |
- |
4/6 |
4/6 |
4/5 |
4/5 |
4/5 |
4/5 |
2/3 |
50 |
- |
- |
- |
- |
- |
- |
4/5 |
3/4 |
2/3 |
2/3 |
80 |
- |
- |
- |
- |
- |
- |
- |
3/4 |
2/3 |
2/3 |
> 100 |
- |
- |
- |
- |
- |
- |
- |
- |
2/3 |
1,5/2 |
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Pasta lavamani tradizionale con abrasivi di origine naturale. Con glicerina.
MODO D’USO: Prelevare qualche grammo di pasta a mani asciutte e frizionare sino a completa emulsione dello sporco, quindi risciacquare con acqua corrente. Nettuno consiglia di utilizzare la crema protettiva PROTEXEM RINNOVA dopo essersi lavati le mani.
ASPETTO: Pasta color nocciola, profumata al limone
Consigliato per
SPORCO GRASSO - Grasso, Olio, Lubrificanti, Idrocarburi, Bitume...
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Cos’è l’acciaio inossidabile?
lega ferrosa con contenuti di cromo ≥ 10,5% e di carbonio ≤ 1,2% necessari per costituire, a contatto dell’ossigeno dell’aria o dell’acqua, uno strato superfi- ciale sottilissimo e trasparente in grado di resistere alla corrosione e denominato “strato passivato”.
Principali famiglie
Ossigeno
Strato superficiale “passivato”
Massa di acciaio inossidabile
Austenitico:
Ferritico: Martensitico: Duplex:
ferro-cromo-nichel, carbonio < 0,1% (p.e. il tipo 1.4301/304, noto come 18/8; 18/10) non magnetico allo stato di fornitura; > 65% dell’uso mondiale di acciaio inossidabile ferro-cromo, carbonio < 0,1%, magneticoferro-cromo, carbonio > 0,1%, magnetico e temprabile ferro-cromo-nichel, a struttura mista austeno-ferritica, magnetico
Principali proprietà
Resistenza alla corrosione – aspetto estetico – resistenza al calore – basso costo di manutenzione – riciclabile – biologicamente neutro – facilità di fabbricazione e pulizia – rapporto resistenza/peso
Gli acciai inox (o acciai inossidabili) sono leghe di ferro caratterizzate, oltre alle proprietà meccaniche tipiche degli acciai al carbonio, da una notevole resistenza alla corrosione, specie in aria umida o in acqua dolce.
Tale capacità di resistere alla corrosione è dovuta alla presenza di elementi di lega, principalmente cromo, in grado di passivarsi, cioè di ricoprirsi di uno strato di ossidi sottile e aderente, praticamente invisibile, di spessore pari a pochi strati atomici (dell'ordine dei 3-5 × 10−7 mm), che protegge il metallo, o la lega, sottostante dall'azione degli agenti chimici esterni.
Gli acciai inossidabili sono caratterizzati da un tenore di carbonio generalmente inferiore al 1,2%. Il contenuto minimo di cromo "libero", ossia non combinato con il carbonio, si aggira tra l'11-12% per poter avere formazione dello strato di ossido "passivante" continuo, protettivo nei confronti dalla corrosione. Il cromo nella lega, infatti, combinandosi con il carbonio, può formare carburi di cromo, che limitano la disponibilità di tali elemento di lega a formare ossidi e, quindi, di passivarsi.
Elettrodi per la saldatura degli acciai inossidabili del tipo 18/8 rivestimento rutil-basico Il deposito austenitico-ferritico a tenore di ferrite a basso contenuto di C (0,03 max) Salda a contatto con fusione dolce, elettrodo verticale, arco corto e scoria facilmente asportabile. Rivestimento studiato per assorbire il meno possibile di umidità. La temperatura di servizio va da -196°C a + 350°C
Indicato per tutti i lavori di carpenteria di inossidabile, tubazioni, condotte, scambiatori. |
Sapone liquido con un’efficace azione igienizzante, grazie alla presenza del Triclosan. Nexigien è nato per soddisfare le esigenze dei professionisti attivi in ambienti soggetti al controllo di igiene e qualità delle procedure HACCP, ad esempio nel settore alimentare e della ristorazione. E’ un prodotto essenziale, privo di coloranti e profumo, e per questo particolarmente delicato sulla pelle. Dermatologicamente testato.
MODO D’USO: Erogare sulle mani asciutte la quantità desiderata di sapone, frizionare per qualche secondo, quindi risciacquare con acqua corrente.
ASPETTO: Liquido denso trasparente, inodore.
Consigliato per
INDUSTRIA ALIMENTARE HACCP
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Gli abrasivi sono sostanze naturali o artificiali di grande durezza usati nelle lavorazioni meccaniche, Essi hanno innumerevoli usi per innumerevoli materiali, a seconda della quale cambia il supporto, alcune applicazioni sono: l'affilatura, il taglio, saponi abrasivi, paste abrasive.
Gli abrasivi naturali più noti sono il quarzo, il corindone, la silice, la pomice, l'arenaria, il diamante, lo smeriglio, la farina fossile, il granato. Tra quelli artificiali ci sono gli ossidi di alluminio, di cromo, di ferro, l'azoturo di boro, il carburo di silicio, il vetro, il carburo di boro.
L'utilizzo degli abrasivi può essere fatto sotto forma di polvere; applicati a fogli di carta o tela; oppure sinterizzati per formare mole o pietre abrasive.
La caratteristica più importante degli abrasivi è la durezza e vi sono vari metodi per misurarla. Il più antico è rappresentato dalla scala di Mohs, di facile applicazione e specifica per i minerali: consiste nella successione di 10 specie minerali ove quello che segue è in grado di scalfire il minerale che lo precede. Questa scala è approssimativa e non lineare per cui sono state introdotte altre scale di durezza, fra le quali la Scala di Knoop, che esprime la misura della durezza in kg/mm2 ed è particolarmente adatta per i materiali fragili e molto duri.
La misura della durezza viene eseguita tramite i durometri, strumento che preme con una determinata pressione una punta di diamante (al fine di non essere deformabile) nel materiale di cui si ricerca la durezza. Il rapporto numerico fra il carico applicato (peso in kg) e la sezione massima dell'incisione (lunghezza in mm) produce il valore della durezza (kg/mm²).
Altro fattore di importante considerazione è la natura chimica, in quanto caratterizza il comportamento dell'abrasivo in funzione del materiale di contatto. In quanto ci troviamo in condizioni di lavoro ad elevata temperatura ed energia cinetica e quindi vengono favorite tutte le reazioni chimiche endotermiche.
Un esempio è la reazione che avviene al contatto del carburo di silicio con il ferro: A SiC + 4Fe → FeSi + Fe3C - Inoltre sia il ferro che il carburo di silicio sono ossidabili con la normale atmosfera. Quindi oltre la durezza bisogna tener presente anche la natura chimica dell'abrasivo, per cui, riferendoci al caso precedentemente citato; il carburo di silicio non è utilizzato per materiali ferrosi ma è ottimo per il vetro. Al contrario l'allumina non è adatta alla smerigliatura del vetro ma è eccellente per il ferro.
Riferendosi sempre all'allumina, l'ossigeno contenuto nell'atmosfera aiuta nelle operazioni di smerigliatura; in quanto la formazione dell'ossido di ferro impedisce che i trucioli distaccatesi si saldino al metallo o all'abrasivo stesso; al contrario i gas inerti quali argo, azoto e anidride carbonica ostacolano l'abrasione. In generale i composti solforati e clorurati hanno un'azione antiossidante nei confronti dei metalli e quindi utilizzati nei processi abrasivi per questi ultimi.
Un ultimo fattore influenzante, ma non meno importante, è la grana di un abrasivo, cioè il diametro medio delle sue particelle o grani. La granatura di un abrasivo è classificata tramite una scala internazionale in cui ogni valore della scala corrisponde a un determinato valore medio dei granuli e al numero di maglie per pollice lineare del setaccio impiegato per la vagliatura dei grani. Per grane estremamente fini (< 50 µm) è utilizzato il metodo della sedimentazione in acqua. In questa scala internazionale il valore della grana è inversamente proporzionale al diametro medio dei grani, cioè un valore alto della grana corrisponde un diametro dei grani più fini.
La grana influisce sulla finezza della lavorazione e sulla rugosità della superficie, in quanto questi parametri sono regolati dalla velocità d'esercizio (nel caso di una mola velocità di rotazione) e dalla grana; una grana maggiore (grani di minor diametro) corrisponde a una minore rugosità e maggiore finezza, così come una velocità elevata d'esercizio.
La scabrezza di una superficie o grado di finitura è determinata con il profilometro o rugosimetro il quale misura lo scostamento dei punti della superficie reale rispetto una superficie liscia ideale, espresso come scarto quadratico medio in μm (RMS root mean square). Quindi ad una maggiore finezza corrisponde un minor valore del profilometro
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